Sabato 29 maggio 2010, ore 19.47 mi giunge un sms da SERGIO: “Ciao. Solo contusioni, 7gg di ghiaccio, Lasonil, riposo e antidolorifici e tutto passa. Buona serata “ Questa la prima bella notizia giuntami tra i gratificanti ringraziamenti dei partecipanti.

Inizio con il riportare alcune frasi giuntemi nella pm pre e post la prima uscita ufficiale di ieri, perché alimentano ciò che sprona uno come me a combinare motogirate con le quali condividere con altri motoenduristi la stessa passione in scenari sempre differenti e su percorsi alla portata di tutti.
- un grande in bocca al lupo a Giuseppe per il suo giro di questo weekend, non c'è ne bisogno perchè l'organizzazione sarà impeccabile come al solito, ma male non fà, visto che immagino sarai "teso" come al solito Spiace non esserci...
-Vorrei ringraziare “mamma oca” che si è presa cura dei suoi “pulcini”. So che per te è stata una giornata psicologicamente faticosa, in parte anche ….. quindi ti ringrazio doppiamente per la bellissima gita, che ho apprezzato sia dal punto di vista paesaggistico, in quanto mi hai mostrato paesaggi mozzafiato nuovi per noi di fuori, e dal punto di vista tecnico, perché le difficoltà odierne erano per me del livello giusto per fare pratica.E ti ringrazio anche per l’anima che metti nelle cose che fai e che hai messo anche oggi, perché fa sentire “importanti” anche noi pulcini!!!

Giro largo per un report conciso e con alcune foto, il resto le inserirò nella fotogallery al rientro dalla Sardegna.
Venerdì 28:
Alle ore 21.30 io e VIVIANA abbiamo terminato di segnalare il percorso nel bel mezzo del dedalo di stradine tra le vigne.
Sabato 29:
Ore 00.40 vado a dormire dopo aver constatato le ultime previsioni del tempo e aver letto gli ultimi messaggi sul post del forum inerenti alla mia uscita.
Ore 02.04 mi desta il pensiero di non aver inserito nel cellulare il numero del ristorante al quale dovrò comunicare il numero effettivo dei partecipanti. Dopo averlo fatto non chiuderò occhio fino alle 04.15. In quelle due ore studio strategie, formulo alchimie sterranti, sposto il cavallo-Riccardo e l’alfiere-Francesco tra me e la torre-Fabrizio, serrando i pedoni in morse e schemi con le quali e per le quali si potranno e dovranno solo divertirsi.
Ore 06.20 mi ridesto, mi rialzo definitivamente. Non voglio aprire il balcone: di là troverò ciò che condizionerà la mia vita fino a sera.

La risposta:


La maggior parte dei partecipanti è puntuale, munita di carburante ma non tutti osservanti il consiglio d’essere muniti di pneumatici scolpiti. Il tema carburante si ripresenterà oltre metà percorso e farà bestemmiare il sottoscritto.
Prima della partenza svelo le strategie e tattiche ai miei aiutanti e poco dopo mi trovo, io che sul lavoro sopporto detestando gli ordini, ad impartirli. Qualcuno mi risponde anche: “signorSi”.
Primo guado:


La dimenticanza d’un proprietario terriero ci fa prendere il giro largo ed erboso ma compiacente a tutti.


 

Tutto liscio anche nell’ultimo tratto privato concordato.

 
 

Alle porte di Pieve di Soligo la dea bendata ci fa pagare pegno, pungendo il copertone tassellato di Riccardo. In un colpo solo perdo cavallo e torre, tre pedoni e un amico. Con tutti i tratti pseudo-problematici da fare posso contare solo sull’alfiere. Si rivelerà la pedina vincente. Colui che appiattisce le discrepanze, colma i miei vuoti, glorifica il mio tour, perché da Refrontolo al ristorante sopra Combai è stato il mio giro.
Ora passatemi quest’ultima similitudine storica di paragone ma quando ho visto venti moto parcheggiate sul piazzaletto di Collagù, credo d’essermi sentito come Annibale quando attraversò le Alpi per prendere alle spalle l’esercito romano. Solo chi c’era può sapere dove siamo saliti pur senza pericolare. Come il Condottiero perse parte del suo esercito, anch’io lungo la discesa, causa i resti d’una frana, perdo un mio componente, uno di quelli venuti da lontano, uno di M&T originale ed esclusivo. Col suo pachiderma ci saluta e rientra in terra bolognese dolorante.
Al ristorante, quasi puntuali; il rilassamento. Quando una persona così


salutandoti ti bacia sulla tempia, lodandoti per l’iniziativa enduristica, non ti resta altro che esternare il tuo IO


Mentre pranziamo piove. Non molto ma quanto basta per evitare la polvere nel prosieguo. Piovono anche accuse di sottovalutazione su pseudo servitù prediali di transito territoriale nei miei confronti da parte d’un non partecipante e tantomeno iscritto od invitato, ma non mi guastano la festa e non mi toccano ma seccano.
Poi la corsa riprende tra il licenziamento d’alcuni partecipanti. Ci aspetta il fango della Valsana dove il merito va a tutti, dove si ricavalcano vecchi miti

 

Si diventa leggenda

si ritorna a sorridere